Cigno e Cicno mitologie parallele
Cigno e Cicno la mitologia celeste del maestoso volatile si sdoppia in cielo sostituendo la lettera g con una c: vediamo insieme la storia e le curiosità.
Poiché il nome latino della costellazione, Cygnus, è molto simile al nome proprio Cycnus (in italiano Cicno), al bianco volatile vengono riferite le leggende riguardanti vari personaggi che nell’antichità ebbero tale nome. Per primo va citato il figlio di Marte (Ares), un abilissimo guidatore di cocchi a cavallo. Al termine delle sue sfide, tagliava la testa i suoi avversari, che poi che appendeva nel tempio dedicato al padre. Fu ucciso da Ercole, su istigazione di Apollo, poiché Cicno, divenuto sempre più sfrontato per le sue imprese, aveva addirittura osato sottrarre dei buoi diretti al suo tempio sacro di Delfi. Una variante di questo mito racconta, invece, che Cicno era il temibile brigante che, lungo la strada che portava da Tempe alle Termopili, uccideva ed assaliva gli sfortunati viandanti che capitavano sotto le sue grinfie. Alle sue scorrerie pose termine Ercole che, durante lo scontro, riuscì addirittura a ferire il padre di questo losco individuo: il citato Marte, accorso in aiuto al figlio. Il dio della guerra, decise poi di porre Cicno in cielo, sotto le spoglie di un cigno celeste, per ricordarne il valore ,visto che aveva strenuamente impegnato Ercole.
Un’altra leggenda riferisce che Cicno, re di Colofonte in Troade, era figlio di Nettuno e di Calica. Dopo il parto, Cicno fu abbandonato in riva al mare, dove un cigno si prese cura di lui. Diventato adulto si sposò con Proclea (figlia di Laomedonte re di Troia – vedi costellazione della Balena), che gli diede il figlio Tenedo. Poi prese in moglie Filomone. La nuova sposa, però, si innamorò del figliastro, e, quando questi la respinse, lo accusò di averla molestata. Re Cicno, allora, lo rinchiuse in un’arca (insieme alla sorella Emitea) che affidò al mare aperto. Scoperto l’inganno, andò alla ricerca dei figli, che, dopo un iniziale rifiuto, accettarono di riappacificarsi con lui. Alleatosi coi Troiani, si recò sul luogo della terribile battaglia, insieme a Tenedo. Entrambi furono uccisi da Achille: Tenedo durante il viaggio verso Ilio, ed il padre sotto le mura della città, colpito da un masso scagliato dal pelide, che lo centrò sulla nuca, l’unico suo punto vulnerabile. Quando spirò, Cicno lanciò un lamento simile al canto di un cigno, da cui il celebre detto. Il padre Nettuno, lo pose poi in cielo anche perché, nonostante la sconfitta, aveva severamente impegnato l’invincibile eroe greco. Il re del mare, volle così ricordare il coraggio ed il valore del figlio.
Un altro personaggio chiamato Cicno era il re dei Liguri, ricordato da Virgilio nell’Eneide. Questo re era molto amico di Fetonte (figlio del Dio Elio) e, quando questi cadde dal Carro del Sole nel fiume Po (Eridano), Cicno corse lungo il fiume per piangere l’amico scomparso: a questo punto comparve Elio che lo trasformò in un cigno , per far in modo che almeno lui possedesse la libertà di volare in cielo che era stata fatale al figlio.
Cicno era anche il nome del figlio di Apollo e Tiria, un giovinetto bellissimo che fu trasformato in cigno assieme alla madre e posto in cielo con essa affinché divenissero immortali.
Ancora Cicno si chiamava un altro figlio di Apollo che, invulnerabile alle armi, fu ucciso da Achille che lo schiacciò sotto un masso. Anche in questo caso fu posto in cielo per ricordarne il valore.
Gli antichi Romani chiamavano questo gruppo di stelle l’uccello, il padre di Elena, Giove uccello, l’uccello di Leda e l’adultero alato. Va ricordato, infine, che questa costellazione, per la sua peculiare forma, viene anche conosciuta come la Croce del Nord, per distinguerla dalla Croce del Sud, bellissima costellazione australe che si trova nei pressi del polo sud celeste.
(Continua)
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