Piscis Austrinus – PsA – Piscis Austrini / Pesce Australe
Piscis Austrinus l’altro pesce celeste (talvolta in latino anche Piscis Australis) si trova 30° circa a sud dell’equatore a sud della costellazione zodiacale dell’Acquario con la quale, come vedremo oltre, è collegata, mentre la sua designazione australe o meridionale lo distingue dai due Pesci settentrionali.
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Piscis Austrinus breve e succinta carta identità celeste:
- costellazione non molto estesa;
- formato da stelle deboli (in gran parte di quarta e quinta grandezza con una sola eccezione che vedremo sotto);
- facile da localizzare trovandosi ai piedi ai piedi dell’Acquario, con la bocca che si trova a sud del getto della sua giara;
- sembra nuotare controcorrente appunto lungo il Fiume dell’Acquario, che forma una curva scendendo dalla giara (il pesce è immaginato spesso nell’atto di inghiottire il flusso d’acqua nella sua grande bocca);
- la figura viene comunemente dipinta con il dorso rivolto verso nord, anche se in alcuni vecchi atlanti stellari appare invece con la sua pancia all’insù;
- culmina a mezzanotte a fine agosto, ed è ben visibile per gli osservatori ai Tropici e nell’Emisfero Australe;
- la sua debole sagoma può comunque essere osservata anche alle medie latitudini settentrionali (Italia compresa), mentre nuota bassa sull’orizzonte nelle sere d’estate;
- al di sopra della latitudine 53° nord, scompare progressivamente, nonostante in condizioni ideali di cielo possa essere ancora scorta sull’orizzonte fino a 60° nord.
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Piscis Austrinus le stelle e dintorni:
- α (alpha) – Fomalhaut (magnitudine 1,16) dal colore bianco-azzurro segna la bocca del pesce e l’arrivo della cosiddetta cascata dell’Acquario; 18a stella più luminosa del cielo, e tradizionalmente una delle principali stelle usate per la navigazione, dista circa 23 anni luce dal Sole e il suo nome deriva dall’arabo Fum al Hut per l’appunto la Bocca del Pesce;
- β (beta) – declinazione -32° 21′, magnitudine 4,4 con compagna (ottica) di 7,9 separata di 30,3″ d’arco;
- γ (gamma) – declinazione 32° 53′, magnitudine 4,5 con compagna di 8,0 separata di 4,2″ d’arco;
- δ (delta) – declinazione – 32° 32′, magnitudine 4,2 con compagna di 9,2 separata di 5,0″ d’arco;
- η (eta) – declinazione -28° 27′, magnitudine 5,8 con compagna di 6,8 separata di 1,7″ d’arco;
Diverse sono poi le galassie presenti in questa piccola costellazione, anche se, purtroppo, essendo di magnitudini tra l’11a e la 12a saranno osservabili esclusivamente con strumenti (telescopi) di grandi aperture.
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Piscis Austrinus storie e leggende celesti in questa plaga a base di miti delle acque celesti (parte II):
Il Pesce Australe era ben conosciuto nell’antica Grecia, ed aveva una forma molto simile a quella da noi conosciuta anche se va segnalato come la mitologia dell’intera figura sia stata spesso inclusa nella storia della sua stella più brillante, la sopra citata Fomalhaut la quale, benché si trovi ben al di sotto dell’eclittica, è la stella più brillante di questa regione del cielo, il che le consente di essere un preciso punto di riferimento nel movimento stagionale del cielo stesso; fu quindi una delle quattro Stelle Reali od Osservatori Celesti identificati nell’antica Mesopotamia, insieme a Regolo (α del Leone), Aldebaran (α del Toro) e Antares (α dello Scorpione). Ricordato come la figura nella sua interezza (e Fomalhaut in particolare), sono state frequentemente identificate con la costellazione zodiacale dell’Acquario (completando così una croce di quattro segni celesti, Toro, Leone, Scorpione e Acquario), nel libro Patterns in the sky, I modelli nel cielo (1988), l’astronomo Julius Staal riporta l’origine del Il Pesce Australe alla mitologia dell’antico Egitto, dove si narrava che il Dio Re Osiride (identificato con la costellazione di Orione) avesse portato la civiltà; assassinato dal geloso fratello Set, che tagliò il suo corpo in 14 parti che furono poi gettate nel Nilo) dove Iside (identificata con la stella Sirio), sorella e consorte, ne andò alla ricerca, trovandole tutte ad eccezione del fallo che era stato inghiottito dal granchio del Nilo, nomato Oxirinco.
Detto che è stato anche identificato come il genitore dei due Pesci Zodiacali, nei miti del Diluvio, questo atto di ingoiare l’acqua dalla giara dell’Acquario è stato visto come la salvezza dall’inondazione.
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