Archeoastronomia e Orione (parte III)

Archeoastronomia e OrioneArcheoastronomia e Orione cieli antichi

Archeoastronomia e Orione la storia continua: la posizione nel firmamento degli astri di Orione non ha tuttavia colpito solo l’immaginazione degli antichi egizi; uno studio condotto dal professor Giuliano Romano, in collaborazione con il dottor Guido Cossard ed il dottor Franco Mezzena a Saint Martin de Corleans, frazione della città di Aosta, ha messo in luce numerosi ed interessanti allineamenti fra monumenti megalitici e stelle.

Archeoastronomia e Orione – Studiando i dolmen e le stele di questa zona votiva dedicata al culto dei defunti, i tre archeoastronomi hanno infatti scoperto che alcuni di questi monumenti puntavano la posizione che alcuni astri assumevano in determinati periodi dell’anno. Esistono infatti cinque stele dirette alla levata o tramonto di due astri assai brillanti: tre indicano il punto in cui tramontava Deneb, stella più luminosa della costellazione del Cigno, asterismo che risplende nei mesi estivi, mentre altre due stele sono dirette verso il punto in cui sorgeva all’epoca Betelgeuse, ossia l’alfa di Orione,

Orione protagonista del cielo (parte I)

Il gigante Orione in cielo (parte 2)

la splendida stella di color rosso

Le stelle rosse dalle giganti alle nane

che ci accompagna durante le lunghe e gelide notti invernali. La scelta di un astro assai luminoso nella stagione invernale e di uno che brilli nei mesi estivi si inserisce nel quadro complessivo degli allineamenti di Saint Martin de Corleans, dove gran parte dei monumenti funerari è orientata verso i punti in cui sorgeva e tramontava il Sole

Il Sole di Mezzanotte magia e geografia (II)

il giorno del solstizio invernale

Solstizio di inverno 22 dicembre

dunque nei giorni del Sol Invictus

Sol Invictus la storia vera

mentre altri erano diretti verso il punto raggiunto dalla Luna

La Luna è una severa maestra (I)

il giorno del solstizio estivo

Solstizio Estate 20 o 21 giugno?

periodo in cui raggiungeva la massima declinazione negativa.
Spostandoci dalle nostre latitudini all’America centrale, sempre il professor Romano ci fornisce interessanti notizie riguardo alle conoscenze astronomiche dei popoli mesoamericani.
Usando come fonte il libro di frate Bernardino de Sahagun Historia General de las cosas de Nueva Espana, ci narra come anche queste popolazioni non fossero rimaste aliene al fascino emanato da questo gruppo di astri osservabile ovviamente anche alle loro latitudini; infatti le stelle di Orione e quelle dell’adiacente gruppo dei Gemelli venivano raggruppate nel CITALTLACHLTY, che in lingua maya significava il campo da gioco per la palla, una sorta di prequel della nostra Palla a Pugno o Balon.

Palla a pugno dalle Langhe a Olimpia

Se questa notizia dovesse a prima vista apparire di interesse minore rispetto a quelle provenienti dagli studi sull’antico Egitto, sarà opportuno ricordare che il gioco della palla praticato dai Maya (simile alla pelota praticata in Spagna), rivestiva presso quel popolo un intenso significato mistico religioso. Un’altra celeberrima popolazione centroamericana, gli Aztechi, identificava nei tre astri formanti la cintura i MAMALHUAZTLI, ossia i bastoncini dal cui strofinamento si otteneva il fuoco; anche questa identificazione non deve trarre in inganno a causa della sua apparente semplicità, in quanto vi era un preciso rituale collegato a questi bastoncini: infatti gli uomini solevano prodursi una triplice bruciatura sul polso all’inizio di un ciclo particolare di 52 anni, lasso di tempo mediante il quale dividevano le diverse epoche della loro millenaria storia.
E proprio il calendario Maya riservava (o riserva) o riserverà grandi sorprese…

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Il calendario Maya e la fine del mondo (III)

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Anno 2020 fine del mondo secondo i Maya

Altri spunti e curiosità @

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Immagine by Wikipedia

Superquark – Area megalitica di Aosta