Margherita Hack e un secolo di astronomia

Margherita Hack

Margherita Hack una vita fra le stelle

Margherita Hack e i suoi primi cent’anni, potremmo dire, visto che in questo 2022, che oramai volge al desio, cade il centenario dalla nascita di questa scienziata che potremmo definire pop viste le sue tante prese di posizione su argomenti disparati quali vita extraterrestre, attività sociale e politica, ricerca sul nucleare, diritti civili, diritti degli animali (animalista convinta nonché amante dei gatti e vegetariana sin da bambina ndr), attività artistica (con annessa polemica in quel del Festival di Sanremo con il mitico pennellone Pippo Baudo).

Margherita Hack ecco gli episodi salienti in un elenco (o in punti puntati dottati come dice qualcuno) su vita e opere di quella che è considerata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana (prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia ndr) e il cui nome è legato a doppio filo alla scienza astrofisica mondiale:

  • nasce a Firenze il 12 giugno 1922 da padre protestante e madre cattolica che diplomata all’Accademia di belle arti, è miniaturista presso la Galleria d’arte degli Uffizi;
  • frequenta il liceo classico, pratica pallacanestro e atletica, con discreti risultati a livello nazionale (soprattutto nel salto in alto) e gareggia anche sulla sponde del Lario come testimoniato dal video al piede di questo post;
  • nel 1943 all’Università della città di Dante, dove frequenta la Facoltà di Fisica, ritrova l’amico di infanzia Aldo De Rosa che sposa nel ’44;
  • nel 1945 si laurea con una tesi di astrofisica relativa a una ricerca sulle cefeidi (classe di stelle variabili), svolta presso l’Osservatorio astronomico di Arcetri (dove inizia a occuparsi di spettroscopia stellare, che diventerà il suo principale campo di ricerca);
  • dal 1948 al 1951 insegna astronomia in qualità di assistente, mentre nel 1954 ottiene la libera docenza, inizia la sua attività di divulgatrice scientifica, e ottiene il trasferimento all’Osservatorio di Merate, vicino Lecco, succursale dello storico Osservatorio di Brera di Milano, conosciuto per le ricerche di Giovanni Virginio Schiaparelli su Marte (ma non solo…); ma non è tutto visto che in questo periodo tiene corsi di astrofisica e radioastronomia (presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Milano), inizia a collaborare con atenei stranieri quali le Università di Città del Messico e di Berkeley (USA), l’Institute for Advanced Study di Princeton (Stati Uniti), l’Institut d’Astrophysique di Parigi (Francia) e gli Osservatori di Utrecht e Groningen (Paesi Bassi);
  • nel 1964 quando diviene professore ordinario, ottenendo la cattedra di astronomia presso l’Istituto di Fisica teorica dell’Università di Trieste e assume l’incarico della direzione dell’Osservatorio astronomico;
  • dal 1982 inizia a collabora con la sezione astrofisica della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa).

Margherita Hack, nel curriculum della quale fanno capolino ben 63 opere date alle stampe, si è dedicata contemporaneamente alla stesura di testi scientifici universitari (per esempio il trattato Stellar Spettroscopy, scritto a Berkeley nel 1959 assieme a Otto Struve è considerato ancora oggi una mile stone sull’argomento) e di scritti a carattere divulgativo (ha collaborato con numerosi giornali e periodici specializzati).

Tra i riconoscimenti e le attribuzioni da segnalare oltre a vie, piazze e scuole:

  • nel 1980 riceve il premio Accademia dei Lincei (della quale è stata membro);
  • nel 1987 il premio Cultura della Presidenza del Consiglio;
  • nel 1995 l’asteroide 1995 PC (scoperto da Andrea Boattini e Luciano Tesi) è stato denominato 8558 Hack da parte dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU);
  • nel 1998 le viene consegnata Medaglia d’oro ai benemeriti della scienza e della cultura;
  • nel 2012 è insignita del titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Margherita Hack, che è stata membro anche dell’Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society si è spenta a Trieste il 29 giugno (giorno dei Santi Pietro e Paolo ndr) 2013 all’età di 91 anni, mentre il 12 giugno 2022, nel centenario della sua nascita, Poste Italiane ha emesso un francobollo a Lei dedicato.

Per chiudere ecco un’intervista telefonica che realizzai nel 2002 quando collaboravo con la rivista scientifica La Macchina del Tempo… 

INTERVISTA A MARGHERITA HACK
Come si è avvicinata all’astronomia?
In modo un po’ casuale a dire il vero. Ero iscritta alla facoltà di Fisica e dovevo scegliere la tesi di laurea. Il primo argomento che mi fu proposto era l’elettrostatica che non mi interessava molto. Un altro argomento da assegnare riguardava l’astronomia…

Quindi non si è avvicinata allo studio della volta celeste da astrofilo?
No, il mio percorso è stato diverso.

Nel corso della sua attività c’è stato qualche fenomeno astronomico che l’ha colpita in particolare?
Per la verità no. Negli anni ho studiano le diverse classi di stelle per capirne la struttura chimica e fisica.

Ha qualche consiglio per un aspirante astronomo?
Di approfondire la materia su libri di divulgazione sia italiani che esteri, di studiare molto la matematica e la fisica e poi di dedicarsi alla ricerca.

Ha qualche consiglio invece per un aspirante astrofilo?
Per un astrofilo il discorso è diverso rispetto all’astronomo. Il mio suggerimento è di iscriversi e frequentare una delle numerose associazioni di appassionati presenti sul territorio. Gli astrofili possono tra l’altro dedicarsi a campi di ricerca che gli astronomi non possono seguire: per esempio lo studio delle stelle variabili o la scoperta di nuovi asteroidi.

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