Canis Major il segugio invernale

Canis Major

Canis Major stelle e leggende

Canis Major (o Cane Maggiore) il segugio invernale di Orione in compagnia del Cane Minore: si tratta di due costellazioni che dominano la loro regione di cielo in virtù delle grandi stelle Sirio CMa) e Procione (α CMi) al punto che, per entrambe, i miti della costellazioni sono spesso un’estensione delle storie delle singole stelle. Oggi vediamo insieme il quadrupede maggiore.

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Canis Major che si trova a sud dell’equatore ed è una costellazione ben visibile ai Tropici e nell’Emisfero Australe, mentre salendo verso nord, soprattutto a partire dalle medie latitudini dell’Emisfero Boreale, il grande impatto luminoso di Sirio tende a scemare, quando è visto basso sull’orizzonte; detto questo, si ricorda come per riconoscere la costellazione, si debba tracciare una linea che congiunga i Tre Re di Orione e spostandosi di 21° verso sud-est si incontrerà appunto il nostro Sirio.

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Canis Major le leggende: la simbologia del Cane Maggiore e della sua stella più brillante, Sirio, va indietro almeno fino al III millennio a.C. quando, conosciuto anche come Sothis, era l’astro fondamentale del calendario sotiaco egiziano e infatti la sua levata eliaca (cioè la sua breve apparizione proprio prima del sorgere del Sole, dopo un periodo di invisibilità di sette mesi) cadeva a metà luglio, coincideva con l’annuale piena del Nilo e lo straripamento del bacino del fiume di vitale importanza per la fertilità della terra: era quindi la base della vita e ricchezza dellEgitto.
Nel lungo corso della storia egiziana Sirio/Sothis fu variamente interpretato, compresa l’identificazione con la Dea Iside, sorella e consorte del grande Dio Osiride, rappresentato da Orione e, quando il culto di Iside si allargò fino a comprendere quello della divinità-mucca Hathor, Sirio divenne la stella di Iside-Hathor, raffigurata con le corna di una mucca anche se comunque era il simbolo del cane quello più antico. Sirio, comunque, era a un tempo identificato col Dio Anubis, dalla testa di sciacallo, che, come il greco Mercurio, era la guida delle anime defunte, che inventò l’arte di imbalsamare, era il signore dei riti funerari, e pesava anche le anime dei defunti nelle bilance della giustizia per determinare il loro destino nell’Aldilà.
Le tradizioni egiziane più tarde associarono Sirio con i Giorni del cane o canicola, un’identificazione che pare abbia avuto origine nella denominazione dell’astro come Stella del Cane: originariamente queste giornate erano riferite al periodo di 40 giorni all’inizio di ciascun anno sotiaco, quando l’estate era nel suo momento più caldo al punto che gli autori classici spesso identificavano il potere di Sirio con quello del Sole ed era talvolta rappresentata con una corona di raggi; detto che il nome Sirio deriva dal nome greco, Serios, che significa bruciante (si credeva che la stella provocasse un tipo di febbre mortale, esemplificata dalla rabbia canina ndr), i Greci, pur adottando i vecchi miti concernenti Sirio, portarono la costellazione nell’alveo della loro mitologia e quindi il Cane Maggiore e il Cane Minore appartenevano al cacciatore Orione, mentre nella mitologia stellare mesopotamica troviamo la stessa immagine di un cane alle calcagna di un gigante, che guarda la Lepre, ai piedi di Orione, pronto a piombarle addosso.
Detto che molti autori, incluso il poeta romano Ovidio (43 a.C. – 17 d.C.), identificarono in entrambi i cani Maera, il fedele cane di Icaro il presunto inventore del vino, e che il nome Maera, fra l’altro, significa splendente, un’altra leggenda ha identificato il Cane Maggiore con il terribile Cerbero, il cane a tre teste che nel mito greco faceva la guardia all’entrata dell’Ade, il mondo sotterraneo; nonostante la mitologia faccia spesso un’apparente confusione fra le diverse storie, rendendo nascoste eventuali connessioni, Cerbero come guardiano dell’Ade, il regno dei morti, ci ricorda Anubis (Sirio), la guida delle anime, che quindi poteva entrare nel regno dimenticato, mentre la storia di Maera, a sua volta, ben s’addicie, poiché questo cane aveva guidato Erigone al corpo sepolto del padre Icaro (ancora una volta, fare la guardia o servire il morto è il tema dominante).

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Canis Major e astronomia cinese: per i Cinesi Sirio era T’ien-lang, lo sciacallo celeste, mentre la stella meridionale del Cane Maggiore rappresentava l’arco e la freccia state usati per uccidere T’ien-lang, dopo che aveva saccheggiato i raccolti del re cinese.

Canis Major, le stelle principali e gli oggetti non stellari:

  • α – Sirio (Sirius) -1.46, bianco brillante, il cui nome significa (come detto sopra) la bruciante è la stella più brillante del cielo, superata solo da un pianeta; detto che è posto a 8.7 anni luce di distanza, quindi uno dei vicini del nostro Sole, e segna il capo o la mascella del cane, esiste un controverso studio sul popolo dei Dogon del Mali nell’Africa occidentale che gli attribuivano una compagna, chiamata Po, e soprannominata la stella più pesante, calcolarono la il loro periodo rituale sulla base di 50 anni, periodo dell’orbita ellittica della stella, anche se solo nel 1862 fu scoperta la compagna Sirio, Sirius B (magnitudine 8.5) che orbita in 50 anni attorno all’astro principale;
  • β – Mirzam, 2.0, bianco azzurra, il cui nome significa l’annunziatore, probabilmente poiché il suo sorgere precede di poco la levata di Sirio stessa;
  • δ – Wezen, 1.8, gialla, il cui nome significa in arabo il peso, ma la ragione di questo rimane poco chiara;
  • ε – Adhara, 1.5, azzurra, il cui nome deriva dall’arabo vergine, e ciò potrebbe richiamare la leggenda delle due sorelle associate al Cane Minore; si tratta di una stella doppia risolvibile con strumenti di tipo amatoriale con le due compagne hanno rispettivamente magnitudine 1.5 e 7.4 e sono separate di 7,5″ d’arco;
  • ammasso aperto M41 (NGC 2287), posto a 4° sud di Sirio, è uno dei più spettacolari ammassi del cielo invernale; visibile in serate estremamente buie già ad occhio nudo, contiene circa ottanta stelle, con una magnitudine complessiva di 4.5 in un diametro di 38′ d’arco;
  • NGC 2345 (posto a 6° nord-est di Sirio) è di magnitudine 7.7 e contiene circa trenta stelle in un diametro di 12″ d’arco;
  • NGC 2360 (posto a 3° est di γ – gamma) contiene 80 stelle in un diametro di 13″ d’arco circa e brilla di magnitudine 7.2;
  • NGC 2362 (sito a 2° nord-est di δ – delta Wezen) ingloba la stella tripla τ (tau) di magnitudine 4.1, oltre ad una sessantina di stelle in un diametro di soli 8″ d’arco: al pari del già citato NGC 2345 è un oggetto visibile già con binocoli o piccoli telescopi, anche se, per la loro risoluzione, occorrono strumenti piuttosto potenti.

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